lunedì 25 agosto 2025

COSTANZO VESCOVO: UN SANTO, UN PROFETA di Paolo Secondini

 


Mite, gentile, generoso (come ci viene tramandato), Costanzo fu vescovo di Aquino nel VI secolo, un periodo storico assai turbolento dal punto di vista politico e militare. La nostra penisola, infatti, conobbe dapprima l’invasione degli Ostrogoti, poi la cruenta guerra tra Bizantini e Goti e infine la devastante invasione dei Longobardi. Di fronte a tali calamità, Costanzo diede prova di straordinaria forza spirituale, grazie alla quale fu di grandissimo aiuto alla comunità aquinate, specie quando carestie e pestilenze non la risparmiarono.
Purtroppo, di Costanzo abbiamo scarse notizie biografiche: ignoriamo perfino il suo luogo di nascita.
Egli ebbe ad Aquino la sede vescovile (probabilmente in un palazzo adiacente alla cattedrale), prima che questa fosse trasferita, almeno dal punto di vista operativo, a Pontecorvo, precisamente con il vescovo Filippo Filonardi (1588).
Le poche informazioni su Costanzo, giunte fino a noi, ci sono tramandate da Gregorio Magno nel libro dei Dialoghi, dove sono però riportati soltanto due episodi relativi alla vita del vescovo. Di questi episodi Gregorio non fu testimone diretto, essendo piuttosto giovane quando Costanzo morì. Li apprese, in seguito, da alcuni chierici di Aquino, da monaci dell’abbazia di Montecassino e da altre fonti locali.
In questi episodi, egli volle soprattutto evidenziare due aspetti eccezionali di Costanzo, che contribuirono in modo determinante a definirne la figura: la santità e il dono profetico.
Quanto al primo episodio, Gregorio ci narra di un chierico aquinate che, posseduto dal demonio, fu mandato da Costanzo perché lo liberasse dal maligno. Ma siccome il vescovo riteneva di non essere degno né in grado di esorcizzarlo (in quanto mancava di poteri taumaturgici), volle che fosse accompagnato a Montecassino da Benedetto da Norcia. Di questi (con cui ebbe sempre degli ottimi rapporti), Costanzo riconosceva l’assoluta purezza di spirito, che lo rendeva più vicino a Dio di qualsiasi altro uomo e la capacità di operare miracoli.
Non appena il chierico fu finalmente liberato dal demonio, non solo si riconobbe la santità di Benedetto, ma anche quella di Costanzo, in virtù della sua umiltà e fede incrollabile.
Il secondo episodio rivela l’esistenza di doti profetiche in Costanzo che, sentendo avvicinarsi l’ora della sua morte, predisse che dopo di lui vescovo di Aquino sarebbe stato eletto uno stalliere e, successivamente, un tintore. E infatti avvenne che, morto Costanzo, fu nominato vescovo il diacono Andrea, ex stalliere, e dopo di questi un tale Giovino, ex tintore.
Dopo la loro morte, trascorse moltissimo tempo prima che Aquino avesse un nuovo vescovo.


Nessun commento:

Posta un commento