La sede delle scuole
elementari, all’inizio degli anni Cinquanta (XX secolo), era situata in un
edificio dell’ICIAP. Per la generazione di scolari della mia età si poteva
ritenere buona fortuna “vivere” l’anno
scolastico in una casa popolare. Le pubbliche autorità, alle prese con la
difficile opera di ricostruzione del dopoguerra, cercavano di risolvere, come
potevano, gli innumerevoli e gravosi problemi della gente. Frequentavo la
scuola elementare ubicata nel centro storico, nella via principale del
paese. Oggi quell’edificio è ancora lì
occupato da alcune famiglie. Molti ricordi sono ancora bene impressi nella mia
mente: il primo maestro, la prima bacchettata, il primo rimprovero,
l’apprensione dei miei genitori per la mia irrequietezza.
Vedo gli scolari di oggi
frequentare l’attuale edificio delle scuole elementari, costruito in modo
razionale, concepito a ricevere una numerosa popolazione scolastica e,
soprattutto, al passo coi tempi, munito di riscaldamento centralizzato, aule
ampie e luminose, servizi igienici adeguati, moderna palestra, spazioso
cortile.
La “nostra” scuola non era dotata di tali servizi. Aule strette
ospitavano classi con un numero elevato di alunni. Il riscaldamento consisteva
in un piccolo braciere o in una modesta stufa a legna, non certo sufficienti a
soddisfare le nostre esigenze.
Un ricordo molto vivo
nella mia memoria è quello relativo ai momenti che trascorrevamo al mattino
prima dell’inizio delle lezioni. Ci radunavamo nel piccolo cortile della scuola
e praticavamo un gioco, la guerra francese, che gli scolari di oggi nemmeno
conoscono. Due squadre formate da alcuni elementi si fronteggiavano in una
sfida che consisteva nel rincorrersi e nel non cadere prigionieri degli
avversari, godendo della difesa dei componenti della propria squadra.
Altri giochi molto
praticati erano quelli con le palline di vetro o quello delle figurine dei
calciatori, miti di allora: Ghiggia, Schiaffino, Boniperti, Nhordall, e fra i
ciclisti: Coppi, Bartali, Magni, Koblet, Bobet. Il gioco con vere monete, detto
della “reta”, raramente veniva
praticato in ambito scolastico…
Oggi tutto è cambiato. I
giovani entrano nei bar per dare vita ad una partita elettronica con i video
games in linea coi tempi che viviamo.