venerdì 8 giugno 2018

IL MIO PRIMO GIORNO DI SCUOLA di Gianni Dorefice


Conservo un ricordo indelebile del mio primo giorno di scuola, segnato dall’incontro con un uomo che non era della famiglia, ma che è stato molto importante per me: Libero Quagliozzi, il mio maestro!
Mia madre mi accompagnò a conoscerlo il giorno precedente l’inizio della scuola, doveva essere il 30 settembre, all’epoca cominciava il primo ottobre, come tutti i coetanei ben ricordano.  L’aula era una stanza ricavata al primo piano di una casetta che ancora esiste, oggi ben ristrutturata, in via Giovenale  in quello slargo che si apre davanti al palazzo Quagliozzi, ora tristemente chiuso! (foto)  Vi abitava appunto la famiglia Quagliozzi formata da Don Innocenzo, il maestro Libero Quagliozzi e il fratello Eliseo, sposato e trasferito poi a Roma.
Non avevo compiuto ancora i 6 anni previsti per potermi iscrivere, ma mia madre, donna lungimirante e premurosa, volle che iniziassi prima perché  nato a Roma  ed essendo tornato ad Aquino all’età di circa 4 anni non conoscevo nessuno. Ricordo che non comprendevo neanche il dialetto dei coetanei, così non mi era facile comunicare e fare amicizia con loro. Tanto dovevo apparire loro estraneo che ricordo mi affibbiarono il nomignolo “tedesche” evidentemente inteso come straniero!
Torniamo al “maestro” come voleva farsi chiamare, perché aborriva l’appellativo “gnore” che al tempo era in uso. Dopo la presentazione fatta da mia madre, il primo giorno fu un “assolo” tra lui e me! Mi chiese se sapevo contare e mi invitò a farlo, ma io contai fino a cinque oltre non sapevo andare! La mattinata continuò facendomi esercitare a scrivere con la matita sull’unico quaderno che possedevo, quello con la copertina nera, così imparai a fare i bastoncini e i tondini.
Il secondo giorno, per me, ovvero il primo ottobre, arrivarono tutti gli altri compagni che di certo erano tutti più grandi di età, tutti sconosciuti e quindi per me l’unico riferimento restava il maestro.
Non dovette essere un anno facile tanto che di quel periodo non ricordo quasi nulla, mentre ricordo che il secondo anno fummo trasferiti   al secondo piano di una casa popolare in via della Libertà. Cominciò la vera scuola con tutte le altre classi, rigorosamente distinte tra maschietti e femminucce. Ben presto la nostra classe si cominciò a distinguere perché formata da ragazzi tutti motivati a crescere e sognare sotto la guida di un grande “maestro”.  Un uomo che, senza ombra di dubbio, ha e influito in modo determinante sul destino e sulle sorti di molti di noi che avemmo fortuna di averlo come modello, guida morale ed intellettuale: il maestro, nonché delizioso poeta, Libero Quagliozzi!

 

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