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Figlio
di un rigattiere ebreo, Yehuda Mordechai era nato a Carpentras, nella Francia
meridionale, intorno al 1575. Ancora giovane, si rese colpevole di
trasgressione del Shabbat, e pertanto subì la scomunica e la persecuzione da
parte della propria comunità.
Non
si perse d’animo.
Decise
di abbandonare la sua religione per convertirsi al cristianesimo.
Sappiamo
che, sul finire del XVI secolo, intraprese un viaggio in Italia. Per motivi che,
purtroppo, ignoriamo, egli giunse ad Aquino, dove visse per qualche tempo e fu
battezzato col nome di Filippo d’Aquino. Ma c’è da supporre che nella città di
San Tommaso il suo soggiorno non fosse di lunga durata. Infatti, ritroviamo
Filippo d’Aquino (non più Yehuda Mordechai) in Francia – agli inizi del XVII secolo –
precisamente a Parigi.
Ora
fervente cristiano, mantenne pur sempre un particolare rapporto con la lingua e
la cultura originarie. Tradusse in ebraico alcuni brani del Nuovo testamento
mentre, contemporaneamente, insegnava a Parigi (1610) ebraico e aramaico. E in
queste due lingue compose anche diverse opere cabalistiche.
Pare,
inoltre, che abbia preso parte, in qualità di esperto, al processo per stregoneria intentato contro
Leonora Dori Galigai (dama di compagnia di Maria de’ Medici), che fu decapitata
a Parigi e il suo cadavere bruciato sul rogo nel 1617.
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